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Fratelli d'idioma

  • Immagine del redattore: Federica D'Isita
    Federica D'Isita
  • 1 feb 2023
  • Tempo di lettura: 2 min


[collage di Toon Joosen]




Quando si parla la stessa lingua si è fratelli.

Ogni volta che converso in italiano smetto di essere la solita impacciata che mastica lo spagnolo e torno ad essere qualcuno. Non più anonima e priva di identità ma una ragazza che ha tanto da dire e sa come dirlo.

Amo la mia lingua, amo il suono che fa mentre la pronuncio, amo l'effetto che mi fa nel sentirmela parlare. Dico tutto quello che voglio ed esattamente come l'ho pensato. Non ci sono compromessi o giri di parole usati per tamponare una lacuna linguistica.

Io ritorno ad essere io, ad auto-definirmi come essere umano che ha un valore.

A volte è frustrante non poter comunicare tutto quello che si pensa. La mente che corre veloce ma le parole non sanno stare al passo. E fa male a volte non essere capiti o non comprendere mai del tutto quello che gli altri hanno da raccontarti.

Ma quando la mia lingua risuona, il mio idioma, ritrovo chi sono e perché sono qui.

L'italiano mi definisce e plasma il mio pensiero, il mio essere me senza mezzi termini.

E non mi sento obbligata ad essere superficiale per farmi capire (Dio come odio a volte essere costretta ad esserlo).

Ho la libertà di essere chi voglio e di dire ciò che mi va.

Una parola raffinata e complessa. Profonda e introspettiva.

Un nucleo che solo chi parla la mia lingua può capire.

Un nocciolo che compone il frutto del mio cuore e che pochi raggiungono.

Vorrei poterti dire tutte le parole del mondo. E invece mi limito perché non so cosa dire. Le parole svaniscono e muoiono da sé. Non penso riuscirai mai a capire davvero chi sono. Non penso saprai mai come sono veramente. E va bene così. E' giusto così.





 
 
 

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